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Giubbotto Antiproiettile: una storia nata nel '500

Si ha notizia del giubbotto antiproiettile a partire dal 500′, ma si distruggevano con estrema facilità e divenivano inutilizzabili.

Bisogna aspettare la seconda guerra mondiale per veder partorire degli esemplari che si rispettino, perchè si passò da armature a giubbotti.

È realizzato in diversi materiali ed è generalmente costituito da un contenitore esterno in tessuto balistico ("carrier") e più pannelli balistici interni a seconda del grado di protezione.

I pannelli balistici sono generalmente costituiti da più strati di fibre aramidiche intrecciate o tessute ed incollate su microfilm di polietilene. La funzione delle fibre è quella di assorbire e disperdere la forza di arresto e penetrazione della palla (o scheggia) attraverso la deformazione plastica (allungamento) delle fibre stesse. Il numero di strati sovrapposti determina la capacità di protezione del pannello balistico, generalmente classificato in classi di protezione NIJ (Stati Uniti) o SK (Germania).

Normalmente i pannelli balistici realizzati con tale tecnologia consentono la protezione contro palle da arma corta e limitatamente da armi automatiche fino al calibro 9x21, velocità fino a 600 m/s. Per la protezione contro palle rigate da arma lunga (calibri 223, 308 e superiori), è necessaria l'aggiunta di pannelli semirigidi o rigidi in materiali metallici (alluminio balistico; acciaio balistico; titanio balistico) o ceramici (carburo di boro, carburo di silicio); plastici come il poliuretano ultrauretanico ad alta densità.

Questi pannelli aggiuntivi consentono la frammentazione dell'ogiva di palle veloci (oltre 700 m/s) in parti più piccole facilmente arrestabili dal sottostante pannello balistico in fibra aramidica. La differenza tra le diverse soluzioni riguarda soprattutto il peso, fattore molto vincolante nella scelta della protezione più adatta alle missioni da svolgere. Un corpetto di classe NIJ-IV può pesare fino a 10 kg.

Fonte Wikipedia